Storia di una vita
Piero Buscaroli nasce a Imola il 21 agosto 1930.
Figlio di un’insegnante d’inglese, Anna Falorsi, di origini fiorentine, e del latinista Corso Buscaroli (1893-1949), è un critico appassionato, uno storico della musica e un giornalista agguerrito.
Eredita la passione per il mondo classico e il culto per la giustizia dal padre, il quale viene ricordato per la pubblicazione, nel 1932, del Libro di Didone.
Secondo l’opinione di Ettore Paratore: “il più bel commento e insieme il più bel saggio che al Quarto Libro dell’Eneide sia stato dedicato”.
Corso è anche federale di Imola sotto la Repubblica Sociale e, nel 1945, viene ingiustamente condannato per concorso morale in omicidio. Paga così la vita con il carcere e muore nel 1949.
È il figlio a scagionarlo dopo la morte. Piero Buscaroli studia e si laurea in giurisprudenza per fare l’avvocato in un solo processo, quello che ristabilì la verità, cioè l’innocenza del padre.
Ai tempi dell'Università
Con l’amico Pier Giorgio Sabbatani.
1950
Primo congresso italiano del Movimento
Sociale Italiano a Bologna.
Dopo la laurea all’Università di Bologna, con una tesi in Storia del Diritto Italiano discussa con Giovanni de Vergottini, professore e storico di Diritto Pubblico, Buscaroli inizia, a Roma, le prime esperienze lavorative nel mondo del giornalismo, collaborando a diverse testate.
1955
Nel 1955 viene assunto da Leo Longanesi presso “Il Borghese”, dove scrive di “musica e di guerre” e prosegue sotto la direzione di Mario Tedeschi, scegliendo spesso di firmarsi con lo pseudonimo di Hans Sachs (in onore di Wagner e dei Maestri cantori).
Grazie agli studi musicali in armonia, contrappunto e organo compiuti con Ireneo Fuser comincia quindi a dedicarsi alla storia della musica. Gli articoli di questo periodo intenso e ricco di incontri, perciò, riguardano la critica musicale, ma anche la storia moderna, la politica internazionale, nonché la storia dell’arte.
1960
Piero Buscaroli sposa Maria Grazia Pagliani, figlia di Franz Pagliani, già ordinario di Patologia chirurgica all’Università di Bologna. Dal matrimonio nascono tre figli: Francesca, Beatrice e Corso.
Negli anni Sessanta Buscaroli è giornalista di guerra sul fronte palestinese e su quello vietnamita, le cui vicende segue, insieme alla “Primavera di Praga” del 1968, per “Il Borghese”.
1965
Primo arrivo a Saigon come inviato speciale.
Piero Buscaroli e Silvio Pellas al mare
di Cap-St-Jacques nell’estate 1965.
1972 - 1979
Dal 1972 al 1975 è direttore del quotidiano “Roma” di Napoli, mentre nel 1979 inizia una nuova collaborazione con “Il Giornale” di Indro Montanelli.
Il giornalismo politico lascia spazio alla scrittura e alla musica. Gli articoli di costume e politica sono firmati con lo pseudonimo “Piero Santerno”.
In questi anni inizia anche a insegnare Storia della Musica in diversi conservatori (Bologna, Torino, Venezia).
Nel 1976 esce la prima edizione de La stanza della musica – nome della rubrica musicale curata presso “Il Giornale” di Montanelli – pubblicata da Fogola, editore torinese presso il quale cura una fortunata e ricca collana, la “Torre d’avorio”, dove compaiono Vintila Horia, Astolphe de Custine, Curzio Malaparte, Henry de Montherlant, Virgilio, Mommsen, Apuleio, Emily Dickinson e alcune raccolte di suoi saggi, quali I luoghi e il tempo e La vista, l’udito e la memoria (Fogola, 1979 e 1987).
1980 - 2015
Nel 1988 riceve il Premio Guidarello per il Giornalismo d’Autore.
Dopo il volume dedicato a Johann Sebastian Bach (Mondadori, 1985), frutto di anni di ricerche sui documenti antichi (preceduto dalla fondamentale rilettura contenuta ne La nuova immagine di J. S. Bach, Rusconi, 1982 dove la natura del profondo cambiamento è annunciata), l’autore si dedica allo studio della morte di Mozart (La morte di Mozart, Rizzoli, 1996 e BUR, 2002) e delle sue implicazioni con la vicenda dell’interruzione del Requiem e, infine, al monumentale Beethoven, edito da Rizzoli nel 2004.
Nel 2007 Zecchini Editore pubblica Gabriel musico, maestro di simboli labirinti e terremoti, biografia del poeta riguardata sullo sfondo della tragedia dell’Europa e sugli aspetti più intimi del suo carattere, il collezionismo, le passioni musicali.
Con Dalla parte dei vinti, Memorie e verità del mio Novecento (Mondadori 2010), Buscaroli torna alla storia, unendo biografia e analisi politica dell’Italia del dopoguerra, e i ritratti di alcune personalità d’eccezione conosciute durante la sua attività di giornalista e inviato, quali Mishima, Salazar, Ezra Pound, Furtwaengler.
Il libro ha la sua conclusione naturale in Una nazione in coma, del 2013, che del primo avrebbe dovuto essere il secondo tomo (Minerva edizioni, Bologna 2013; lo stesso editore ha ristampato anche Dalla parte dei vinti nel 2017).
È mancato a Bologna il 15 febbraio 2016.
Approfondimenti
Di lui è stato detto che “intende collocarsi nella corrente del revisionismo storiografico, estendendola dal campo politico a quello musicale”.
Ha avanzato l’ipotesi che il Requiem di Mozart sia rimasto incompiuto non, come vuole la tradizione, a causa della morte del suo autore, bensì per una scelta deliberata di Mozart stesso, dovuta alla ripugnanza, da parte di quest’ultimo, ad adempiere la clausola contrattuale (impostagli dal committente) che gli impediva di rivendicare la paternità della sua opera. Secondo l’opinione di Buscaroli, Mozart avrebbe ritenuto tale clausola talmente vessatoria da indurlo a non completare la partitura, e forse addirittura a meditarne la distruzione.
Per il Dizionario biografico degli italiani della Enciclopedia Treccani cura la biografia di Arcangelo Corelli.
In un’intervista ha dichiarato quali siano stati i maestri da lui scelti o trovati lungo la strada: Lorenzo Giusso, il pittore Ardengo Soffici, l’anglista Mario Praz, il giornalista e scrittore Giuseppe Prezzolini, l’imprenditore Vittorio Cini, Giovanni de Vergottini all’Università e il musicista Ireneo Fuser.